Tecnologia

Il progetto che vuole spedire tardigradi verso le stelle con enormi laser

I tardigradi sono animali minuscoli e resistentissimi. Per questo, saranno i veri pionieri dei viaggi nello spazio.
tardigradi nello spazio
Sinistra: Lantin et. al. Destra: SEBASTIAN KAULITZKI/SCIENCE PHOTO LIBRARY via Getty Images

I viaggi interstellari richiedono un sacco di tempo. Per provare a renderli più rapidi, un gruppo di astronomi e astrofisici ha ipotizzato un piano che coinvolge laser giganti e uno degli organismi più resilienti della Terra: i tardigradi.

Questi microscopici animali acquatici, anche noti come “water bears” (“orsi d’acqua”), sono pressoché indistruttibili, capaci di sopravvivere a siccità, temperature siderali, incidenti estremi, alti livelli di radiazioni, pesanti condizioni di pressione atmosferica e gravità, nonché stati di animazione sospesa (ovvero il rallentamento delle funzioni biologiche per un lungo periodo di tempo). Questo li rende perfetti candidati per gli esperimenti che riguardano i viaggi spaziali, scrivono i ricercatori nello studio pubblicato a gennaio 2022 sulla rivista Acta Astronautica.

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Percorrere i 18 miliardi di chilometri che ci separano dal margine estremo del nostro sistema solare richiede un viaggio lungo decenni—almeno per ora e considerando i mezzi tradizionali a propulsione chimica (ovvero: carburante che brucia). Ma un gruppo di ricerca dell’Università della California - Santa Barbara, grazie a un finanziamento della NASA, ha proposto un nuovo mezzo di trasporto a propulsione per lo spazio, che usa dei pannelli laser per spingere vele solari attaccate a una navicella spaziale. La tecnica sfrutta i fotoni per viaggiare a una velocità che è tra il 20 e il 30 percento di quella della luce, compiendo così il viaggio relativistico. Lanciato nel 2015 tramite un’iniziativa chiamata Project Starlight, il progetto di ricerca punta a ridurre le tempistiche di viaggio nello spazio interstellare da decenni a giorni, il tutto senza l’uso di propellente a bordo.

Il team di ricercatori che include Philip Lubin, professore di fisica alla UC Santa Barbara e capo ricercatore a Project StarLight, ha così proposto un nuovo modo per testare i viaggi relativistici: mettere tardigradi—insieme ad altri invertebrati resilienti come i C. Elegans—su una piattaforma simile a una cialda grande come una mano umana, che può essere spedita nello spazio a circa 160 milioni di chilometri all’ora. Stando al paper, l’energia per il dispositivo a pannelli laser potrebbe richiedere un decimo dell’intera rete elettrica degli Stati Uniti, ma sarebbe solo per qualche minuto, al momento del lancio.

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“Non è mai stato fatto prima d’ora, spingere oggetti macroscopici a velocità che si avvicinano a quella della luce,” dice Lubin in un comunicato stampa.

sonda spinta da laser.

Diagramma di una sonda spaziale sparata nello spazio da un sistema di pannelli laser sulla Terra. Immagine: Lantin et. al.

Il gruppo propone di effettuare esperimenti in remoto sugli organismi mentre viaggiano, studiare come i tardigradi e altre creature simili gestiscono la propria vita nelle condizioni incredibilmente inospitali dello spazio. Lubin e il suo team potrebbero poi estrapolare i risultati di questi esperimenti per determinare gli effetti potenziali del viaggio interstellare sugli esseri umani.

“Potremmo iniziare a pensare al design dei mezzi di trasporto interstellare, di qualsiasi tipo saranno, tenendo già in considerazione i problemi riscontrati da questi piccoli animali,” dice Joel Rothman, co-autore dello studio e professore di scienza biomolecolare e ingegneria alla UCSB, nello stesso comunicato stampa.

Gli autori discutono anche le implicazioni etiche date dal propagare la vita terrestre nello spazio—e, similmente, il rischio di riportare forme di vita da altri sistemi solari sulla Terra, processo noto come “contaminazione di ritorno.” Non a caso, Lubin e Rothman propongono di rendere ogni spedizione carica di tardigradi un viaggio di sola andata e di completare tutti gli esperimenti in via remota, così che nessun eventuale microbo extraterrestre possa arrivare sulla Terra.

Le considerazioni etiche fanno parte del processo di immaginazione della vita oltre la Terra, e anche degli attuali metodi di viaggio spaziale. Queste considerazioni sono solo alcune tra le tante che Lubin e Rothman devono porsi. E, per quanto il piano sia di partire in piccolo, il potenziale è enorme: gli autori sottolineano nel paper che la propulsione laser potrebbe essere usata anche su navicelle più grandi e che i dispositivi a pannelli laser potrebbero essere costruiti su corpi spaziali esterni alla Terra.

“Penso che il nostro destino sia continuare a esplorare,” dice Rothman. “Esploriamo a livelli sempre più piccoli, subatomici, ed esploriamo a scale sempre più ampie. Questa spinta all’esplorazione senza sosta è la chiave della nostra esistenza come specie.”