Identità

Sono single e tutti intorno a me sono fidanzati. Come faccio a non viverlo come un problema?

Tutti hanno una relazione tranne me. E se rimanessi single ancora per diverso tempo circondata da coppie?
Vincenzo Ligresti
Milan, IT
single problema
Foto via Adobe Stock.
Tu scrivici, noi rispondiamo.

Durante la quarantena su VICE avevamo avviato un appuntamento periodico, una specie di angolo in cui raccogliere i nostri pensieri, metterli sotto forma di domanda e lasciare che fosse una figura esperta a rispondere. Ora, anche tramite il contributo di altre redazioni di VICE, il discorso è stato ampliato. Da come fare i conti con un amore non corrisposto a come gestire coinquilini insopportabili, proveremo a offrire qualche consiglio.

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Ciao VICE,

ho 29 anni e la fortuna di avere più gruppi di amici con cui trascorrere il mio tempo libero e scambiare confidenze. C’è un però: tutti hanno ormai una relazione tranne me, single da quasi cinque anni.

Di conseguenza, mi ritrovo puntualmente a essere circondata da coppie o persone che parlano di argomenti affini. Sono momenti che mi creano sempre più disagio, oltre a tediarmi spesso terribilmente. Annoiano persino le persone che ne parlano, e che poi dicono in un certo senso di invidiarmi.

Sono, a loro detta, l’argomento più interessante: la ragazza a cui capita di uscire o finire a letto con persone diverse, di cui vivisezionare il comportamento di potenziali partner che si accollano troppo o entrano in cicli di orbiting infiniti.

Ammetto che mi piace un sacco il momento in cui racconto le mie vicissitudini, molto meno quando mi si dicono frasi come “Vedrai che troverai anche tu la persona giusta” o simili. Sono cose che vengono dette in buona fede o spesso perché si pensa sia quello che si deve dire, o magari non si sa che dire. 

Mentirei pure se dicessi che ogni tanto non mi manca una persona accanto, fare quel sesso che si può fare con una certa confidenza, dividere e risparmiare qualcosa (a maggior ragione se vivi da sola). Mentirei anche a non dire che, in certi momenti, mi intristisce particolarmente. Soprattutto nelle giornate no.

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La questione però è un’altra: la pressione che mi assale quando le persone si chiedono perché “una ragazza come me” sia “ancora single.” La “compassione” che ogni tanto penso sia negli occhi di chi mi guarda. Tutta questa gente attorno che sembra stia seguendo quel tracciato già scritto.

Ecco: perché più passa il tempo e più spesso mi sento sola, nonostante sia circondata da persone che mi vogliono bene? Come faccio a non voler lanciare il cellulare quando, molto carinamente, la mia migliore amica mi scrive se voglio andare al cinema con lei e il suo ragazzo? O al contrario, sentirmi sola quando non mi invitano e non ho altre opzioni? E se rimanessi, dovessi o volessi rimanere sola ancora per un po’ o per diverso tempo?

Grazie, P.

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Cara P.,

iniziamo dai dati: secondo una ricerca del 2019 del sociologo Elyakim Kislev, intitolata Happy Singlehood: The Rising Acceptance and Celebration of Solo Living, i single sono il gruppo demografico con la crescita più veloce in tutto il mondo. In Italia, secondo i più recenti dati Istat, nel 2021 il numero delle persone che vivono da sole è aumentato al 33,2 percento. Nel 2020 era il 24 percento del totale delle famiglie italiane. 

Come ha raccontato Kislev in un’intervista a VICE, sono molti i fattori che hanno contribuito negli ultimi decenni a questo cambiamento: economici, sociali, di indipendenza e connessione. È un bene? Un male? È così. Solamente che “il nostro modo di pensare non è cambiato alla stessa velocità con cui è cambiata la realtà attorno a noi; pensiamo ancora che non ci si possa fidare dei single,” ha affermato sempre Kislev.

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Il "singlism," il sentimento negativo e dispregiativo nei confronti delle persone che non sono in una relazione sentimentale, è di fatto anacronistico e privo di senso sin dal principio; ma può far convincere una persona single a sentirsi in difetto, anche quando sarebbe felice, serena e appagata senza pressioni esterne. 

Come mi confermano Federica Micale e Giulia Amicone, psicologhe esperte in relazioni e co-founder di Apsicologa, tutto parte da presupposti ancora troppo spesso dati per assodati: mettere sullo stesso piano l’essere “single” e l’essere “soli,” usarli come fossero sinonimi, e di conseguenza associare automaticamente sentimenti negativi, solitudine e condizione da single. In realtà non è affatto un’associazione automatica: può essere solo uno dei tantissimi casi.

È quello che però, a tratti, credi tu stia sperimentando a intermittenza. Le esperte, quindi, suggeriscono—anche valutando un supporto psicologico—di chiederti più approfonditamente: “Cosa intendi quando dici di sentirti sola?”

Partiamo, innanzitutto, dalla qualità del tempo che passi con le persone a cui vuoi bene. In generale sentimenti di solitudine si possono sperimentare a prescindere “dall’essere single, in una relazione, dallo starsene soli o uscire con un gruppo numeroso,” chiariscono le esperte, e “se passare il venerdì sera a fare un aperitivo con persone che sono magari tutte in coppia e parlano di cose di coppia inizia a frustrarti, puoi chiedere alle tue persone amiche di vedervi per conto vostro: anche chi è in coppia desidera avere dei momenti per sé.” Del resto, le persone a cui teniamo non sempre possono soddisfare le nostre esigenze relazionali o scambiare confidenze, se non si è nel contesto giusto per creare reciprocità. “La reciprocità è una delle chiavi, se non la più importante, per porre le basi della condivisione.”

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Se credi però che questi contatti non siano comunque sufficienti ai tuoi bisogni del periodo, potresti provare ad allargare la tua cerchia di amicizie, approfondirne di nuove o vecchie. “È sempre stimolante e utile: non perché si voglia o si debbano abbandonare dei buoni amici, ma per il semplice fatto che, per ogni momento e ogni fase della vita, non sempre si hanno gli stessi interessi e si condividono le stesse cose,” continuano le esperte. “Ci possono essere amici con cui si sta benissimo a cenare insieme, andare a una mostra, a far trekking; altri con cui funziona bene uscire a ballare e a conoscere persone, fare un viaggio.”

Più in generale, poi, non sempre tutti hanno la possibilità, la sensibilità o gli elementi per dire la cosa giusta per noi. Un amico in coppia che sostiene di invidiarti per le esperienze che hai da single o dice ‘Vedrai che troverai qualcuno anche tu’, parte probabilmente con le più buone intenzioni.

La questione piuttosto, come sottolineano le esperte, è che “trovare” è un verbo riduttivo. ‘Trovare’ racchiude “una passività, ‘scegliere’ una proattività. Pensiamo a quanto sarebbe diverso dire ‘Sceglierai qualcuno anche tu’.”

In questo momento, da ciò che scrivi, esci infatti con diverse persone, e le possibilità di metterti con qualcuno non sarebbero mancate. Soltanto che non hai conosciuto la persona adatta, e quindi non vuoi accontentarti e ritrovarti accanto una persona qualsiasi solo per dire che stai con qualcuno.  

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“Quando si parla di relazioni sentimentali sarebbe meglio chiedere alla persona come sta in questo momento di vita, cos’è che la fa stare bene e cosa desidera,” continuano le esperte, “senza presupporre che una persona ‘single’ sia necessariamente alla disperata ricerca dell’anima gemella.”

Quindi, quando pensi ti stiano guardando con compassione o ti chiedono perché “una ragazza come te” sia “ancora single,” ricordati che sono considerazioni che dicono molto più di loro che di te. “Prima di ‘essere single’, sei P., con il tuo corpo, il tuo carattere, i tuoi interessi, la tua storia, la tua quotidianità. Lo schieramento single/in coppia non è il bollino da mettersi addosso per riaprire o chiudere i giochi della vita,” continuano le esperte.

Secondo cui, inoltre, viene piuttosto spontaneo “fare confronti con le altre persone, specialmente con quelle che ci sono vicine,” e di conseguenza “sentire che si sta vivendo un percorso differente può portare pressione.”

“Vedere la maggior parte dei propri amici in coppia, o l’avvicinarsi di determinate tappe di età (come possono esserlo i tanto temuti 30 anni) spesso fanno sentire la pressione di doversi ‘sistemare’ e fare tutta una serie di passi che si pensa sia necessario fare a quell’età,” continuano le esperte. 

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“Per questo è importante discernere e provare a interrogarsi isolando questi fattori, e capendo davvero quali pesano di più nel sentirsi insoddisfatti,” affermano ancora le esperte.  “Per esempio, nel momento in cui scrivi ‘mentirei pure se dicessi che ogni tanto non mi manca una persona accanto’, stai facendo un ragionamento su te stessa, riconoscendo che quello che desideri (a prescindere dalle pressioni di società e amici), sarebbe condividere momenti intimi, di affetto e di quotidianità con un’altra persona.”

“Riconoscere quali sono i propri desideri personali è quello che aiuta a scrollarsi di dosso le pressioni esterne: sapendo quello che si vuole, muovendosi per impegnarsi a costruirlo, ed evitando di trovarsi a intraprendere una relazione che vada ad ascoltare principalmente le pressioni sociali, piuttosto che i bisogni e i desideri personali.”

Essere single non significa essere soli. Se qualcuno ti fa orbiting non è probabilmente la persona giusta su cui puntare. E soprattutto non hai una etichetta di scadenza addosso: piuttosto, “ogni condizione è portatrice sana di soddisfazioni e insoddisfazioni,” e “a patto che non diventi una prigione o un rifugio rassicurante,” è sempre una occasione per conoscersi, sperimentare, fare cose nuove. 

Nel corso della vita, da single o meno, siamo persone diverse con aspettative e bisogni diversi. Distinguere cosa vogliamo davvero da cosa ci hanno indotto a credere sia giusto per noi e, capire se le due cose combaciano o no, è già un grande esercizio.