Cultura

Il meritatissimo successo di Mare Fuori, fin qui

Un'analisi del fenomeno Rai dal principio, perché ci sono un sacco di motivi per cui canti spesso "C sta o mar for, c sta o mar forrrrrr."
Vincenzo Ligresti
Milan, IT
mare fuori serie tv
Immagine via Rai

In una mattinata del settembre 2022 mi sono ritrovato a “scortare” con un altro paio di persone Matteo Paolillo, l’attore che interpreta Edoardo nella serie tv Mare Fuori. Nella mezz’ora precedente una frotta di fan ed epigoni incalliti lo avevano riempito di abbracci e complimenti, intonando ‘‘O Mar For”—la sigla scritta e cantata anche da lui dell’omonima serie—e lo avevano inglobato in modo festoso.

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Ci trovavamo a FeST, il Festival delle Serie TV, di cui ero il capo autore, organizzato da DUDE in Triennale Milano, e Paolillo ne era “scampato” da un’uscita secondaria molto felice e con dei bustoni pieni di regali, tra dediche, ritratti e peluche. 

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Matteo Paolillo con un gruppo di fan a FeST 2022 in Triennale Milano. Foto di Vincenzo Ligresti.

Questo è solo un episodio sul campo ma spiega bene il climax ascendente del successo della serie tv, culminato al momento in un TikTok emblematico, riportato qualche giorno fa da Webboh: una ragazza chiama la Rai (non si capisce bene a quale numero) per sapere se sono vere le voci secondo cui nel finale della terza stagione, che andrà in onda in chiaro su Rai2 il 22 marzo 2023, saranno aggiunti dei minuti extra rispetto alla versione già disponibile online su RaiPlay. 

In mezzo si potrebbero citare mille altre cose: il trend andato forte nelle ultime settimane “*nome persona*, tot ore prima dell’arresto,” fancast, articoli sulle bio degli attori, i gossip sulle loro vite private, blob, video a rallenty. Per esempio, ce n’è uno proprio di Paolillo, in cui semplicemente sorride per qualche secondo a una festa, che ha quasi 2 milioni di views:

COM’È NATA LA SERIE TV MARE FUORI (CIRCA 18 ANNI FA)

Prodotta da Rai Fiction e Picomedia, Mare Fuori racconta le vicende di un gruppo di adolescenti in un Istituto penale per minori (o IPM), attorniato dal mare e con sfondo Vesuvio, a Napoli. Il contesto è di finzione—non è ambientato in un reale carcere bensì in una base navale della Marina Militare—ma si rifà all’IPM di Nisida. 

Non tutti però sanno che il progetto di Mare Fuori era in cantiere già da molto tempo: la prima volta che venne presentato in Rai fu oltre 15 anni fa. A raccontarlo è stata proprio, al debutto della serie nel gennaio 2020, l’ideatrice—che firma il soggetto insieme a Maurizio Careddu—e sceneggiatrice di lunga esperienza Cristiana Farina. 

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“Il progetto nasce più di 15 anni fa, dopo aver fatto un seminario nel carcere di Nisida con l’aiuto di testi e attori di Un posto al sole, la prima soap opera italiana con modello produttivo industriale per la quale avevo lavorato,” raccontò Farina a Tvblogo. “Ma purtroppo come a volte accade fu congelato. Tre-quattro anni fa è stato ripresentato in Rai dal produttore Roberto Sessa per Picomedia.” 

Dell’IPM di Nisida se n’è parlato recentemente a Sanremo 2023—dove anche parte del cast di Mare Fuori è salito sul palco per presentare la terza stagione. Qui uno dei content che ne è venuto fuori dall’internet:

Nello specifico, a parlare sull’Ariston della realtà di Nisida è stata la co-conduttrice Francesca Fagnani—attualmente altra punta di diamante dell’offerta Rai col programma Belve—che nel suo monologo ha riportato sensazioni ed esperienze di alcuni ragazzi detenuti. E i presupposti di Mare Fuori, da sempre, sono davvero molto simili: sin dagli albori gli sceneggiatori sono entrati a contatto con molti ragazzi detenuti, non solo a Nisida, e hanno lavorato con associazioni che si occupano del reinserimento dei ragazzi nella società, per rendere verosimili le storie di partenza dei personaggi. 

Questo è un primo aspetto che ricorda molto, soprattutto per chi è in fissa con serie "coming of age” o simili, un’altra serie incentrata sulle storie di adolescenti: Skam Italia, in cui Ludovico Bessegato, Alice Urciuolo e colleghi sono sempre partiti da un esteso lavoro preparatorio, intervistando dozzine di ragazzi, per poi raccontarli nella maniera più sincera possibile. Esemplare in tal senso è la stagione 4 sul personaggio di Sana, per cui Bessegato ha passato molto tempo con la comunità musulmana milanese. 

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Ma messo in conto questo aspetto, quali sono gli altri motivi dell’immenso successo della serie? Forse col senno di poi, innanzitutto, che il suo sviluppo sia stato rimandato di quasi 20 anni. I tempi, probabilmente, all’epoca non sarebbero stati maturi. 

MARE FUORI, SERIE TV E NAPOLI

In aggiunta, negli ultimi anni ci sono stati due circostanze favorevoli, intersecate e mai scisse tra loro: il rinascimento della serialità italiana e il crescente interesse per la città di Napoli e tutto ciò che è partenopeo. 

Tra i primi a parlare di rinascimento della serialità italiana è stato il Wall Street Journal nel 2016, per commentare The Young Pope di Sorrentino, e in generale il netto miglioramento del valore e della qualità dei contenuti, degli sceneggiati, della tridimensionalità dei personaggi nella tv italiana. 

Una golden age che di solito si fa partire dal 2008, con Romanzo Criminale, ambientato però come spesso accade a Roma e dintorni; ma che attecchisce dagli anni dieci in poi con serie di maggiore qualità girate anche in altre città. Una fra tutte: Napoli.

È il caso dello show Sky—prodotto con Cattleya, Fandango e Beta Film—Gomorra, adattamento seriale dal libro edito da Mondadori di Roberto Saviano, le cui cinque stagioni sono andate in onda dal 2014 al 2021. Se poi pensiamo a una serie Rai, viene sicuramente alla mente L’Amica Geniale, primo originale in lingua non inglese HBO (in co-produzione con Rai Fiction, Wildside e Timvision nella prima stagione) dal 2018. Nello stesso anno persino le sorelle Wachowski (Matrix) hanno scelto Napoli per il gran finale del mastodontico Sense8.

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Sono insomma grandi anni per la scena artistica partenopea, anche musicale, soprattutto con Liberato, inserito nella colonna sonora di Mare Fuori, di cui, come per Elena Ferrante, inchieste a parte per scoprirla, non si conosce l’identità. 

Nel cast della serie tv, inoltre, due attori sono ascrivibili alla scena musicale partenopea: Raiz, che nella serie interpreta Don Salvatore Ricci, frontman degli Almamegretta; e Icaro, nome d’arte del sopracitato Matteo Paolillo. Entrambe le voci sono state inserite, a partire dalla sigla, nella colonna sonora curata da Stefano Lentini.

LA MANO DI NETFLIX O LA POTENZA DELLA RAI? ENTRAMBE

Ma oltre agli elementi sopracitati, c’è sicuramente un’altra questione da analizzare, o in un certo senso da debunkare. Una delle frasi che più spesso ho sentito dire è: “Mare Fuori è diventata famosissima grazie a Netflix.” La formulazione non è incorretta, piuttosto imprecisa. 

Mare Fuori è diventata famosissima anche grazie a Netflix. A essere cambiata, dopo l’approdo nella piattaforma delle prime due stagioni nel giugno 2022, è stata piuttosto la percezione per i brand e certi giri: un’aurea di coolness è calata improvvisamente sulla serie tv.

A quel punto Mare fuori non è stata più la fiction Rai—come si ostina a chiamarla, giustamente con una certa dose di rivendicazioni, l’Ufficio stampa Rai—ma la serie tv di cui tutti parlano, da bingwatchare subito. 

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In questo senso, c’è una seconda grande similitudine sempre con Skam Italia. Anche l’adattamento italiano della serie norvegese, infatti, è approdato su Netflix solo in un secondo momento. Ma stavolta c’è una sostanziale differenza che nelle analisi un po’ affrettate non viene considerata. 

Skam Italia, lo show firmato da Cross Productions e Timvision, era sì già molto apprezzato, ma da una nicchia ristretta di di appassionati, che lo guardava su Timvision e lo commenta soprattutto su Twitter. Quando il primo gennaio 2020 sono state caricate le prime tre stagioni su Netflix, però tutto è cambiato radicalmente: le fila di fan, come dei tweet, a quel punto sono decuplicate. 

Da cosa possiamo notarlo? Per avere dei termini di paragone, che tutti possono comprendere, basta controllare la crescita dei profili Instagram degli attori: per esempio, utilizzando il tool di analisi di Not Just Analytics, possiamo notare che prima della distribuzione su Netflix Pietro Turano aveva circa 20mila follower, dopo sei mesi più di 110 (+450 percento); Giancarlo Comare ne aveva circa 100mila, poi più di 600mila (+500 percento) ; Ludovica Martino circa 80mila, poi più di 550mila (+587,5 percento) e così via. 

Prima di essere distribuito su Netflix, invece, Mare Fuori era invece già apprezzatissimo dal pubblico generalista. Perché, checché se ne dica, è ancora oggi la televisione a spostare i grandi numeri. Inoltre, era già il contenuto più visto di sempre su RaiPlay, con circa 30 milioni di visualizzazioni, prima di approdare su Netflix. Tant’è che, al momento, non esiste ancora una data ufficiale per una possibile distribuzione della terza stagione sulla piattaforma d’intrattenimento.

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Anche qui, basta vedere la crescita dei profili degli attori: Matteo Paolillo, prima di Netflix circa 470mila, sei mesi dopo circa 620mila (+31,9 percento), oggi 1,2 milioni dopo l’arrivo della terza stagione; Valentina Romani, prima di Netflix circa 275mila, sei mesi dopo circa 350mila (+27,2 percento), oggi 605mila; e così via. Insomma, le percentuali di crescita a confronto parlano da sole.

MARE FUORI È PER TUTTI

Al di là dei tecnicismi, l’hype per Mare Fuori è nel suo momento apicale. Sempre secondo quanto riporta la Rai, nel mese di febbraio su Raiplay la serie ha “superato la cifra di 105 milioni di visualizzazioni” con “oltre 45 milioni le ore di fruizione online” e “il 40 percento [della audience] composta da giovani con meno di 25 anni.”

Dai fanvideo nell'internet, il coinvolgimento di gen Z e dintorni parrebbe proiettato sulle dinamiche che ritroviamo in ogni serie adolescenziale, soprattutto sulla scoperta di sé e sugli intrecci amorosi, come quello un po’ shakespeariano tra Carmine (Massimiliano Caiazzo) e Rosa Ricci (Maria Esposito), o tra Naditza (Valentina Romani) e Filippo (Nicolas Maupas), la cui fuga è stata un po’ portata per le lunghe. 

Ma dato quell’altro 60 percento è evidente che Mare Fuori—in questa terza stagione un bel po’ più soap opera—piace un po’ a tutte le età. 

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Sicuramente per un cast che richiama target diversi, a partire da Carolina Crescentini, “la cagna” di Boris, che interpreta la direttrice del PMI; o ancora Carmine Recano, che veste i panni del comandante Massimo Esposito, e Antonio De Matteo, l’agente Lino, entrambi già visti nella storica produzione Rai Un posto al sole, e le cui storie non sono mai marginali. Gli adulti non rimangono sullo sfondo, ma sono parte integrante dell’intreccio.

Come aveva sempre affermato l’autrice Cristiana in Mare Fuori “i punti di vista sono tre, quello dei ragazzi, dei loro genitori e di chi lavora nel carcere con lo scopo di rieducarli alla legalità,” e la definizione iniziale che gli era stata affibbiata, “l’antigomorra”, una semplificazione. “Il racconto è sostenuto dalla volontà di recuperare gli adolescenti danneggiati che lo popolano.” Ed è qualcosa che può carpire tanto gli adolescenti quanto i loro genitori.

Ad oggi, Mare Fuori è già stata rinnovata per una quarta, una quinta e una sesta stagione. Le prime tre sono costate circa nove milioni di euro ciascuna, con un ritorno impossibile da quantificare, soprattutto in termini d’immagine. All’estero, poi, la serie è stata acquistata, con il titolo The Sea Beyond, da Germania, Israele, Scandinavia e alcuni paesi dell’America Latina. Beta Film parebbe in trattativa con Francia, Spagna e Stati Uniti.

Visto che in generale esportiamo ancora molto poco format e prodotti originali, questo è un successo senza precedenti. Come, con i dovuti distinguo, Undressed, Perfetti Sconosciuti e L’Amica Geniale.

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